Dalla coca al cacao equo e solidale si può, Icam e Perù

Azienda italiana lavora con rete coop Acopagro, solidarietà conviene a tutti

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Dalla foglia di coca alla fava di cacao: è possibile un’intera economia contadina per decenni basata sulla produzione di coca, ed è possibile farlo in termini tale per cui la solidarietà conviene a tutti, produttori e trasformatori.

E’ questa l’esperienza portata a Expo dalle cooperative del Perù che rientrano nella rete Acopagro e dall’azienda cioccolatiera italiana Icam. Le buone pratiche del Perù in agricoltura sono state in grado di combattere il traffico di droga e in certe realtà la dove prima si coltivava coca ora si coltiva caco, e lo si esporta in termini economicamente sostenibili per i produttori. Secondo i dati dell’Unodoc, l’ufficio Onu per la lotta alla droga e alla criminalità, nel 2014 le superfici coltivate a coca sono diminuite in Perù del 14% rispetto al 2013. Merito di iniziative come quella delle cooperative peruviane di Acopagro, che riunisce 2.000 coltivatori ed è oggi al settimo posto tra le prime 10 aziende esportatrici di cacao del Perù. “Abbiamo iniziato circa 20 anni fa, un periodo nel quale sembrava impossibile parlare ai contadini di sostituire la coca col cacao – ha detto a Expo il direttore commerciale di Acopagro, Gonzalo Rios -. Ora siamo tra i principali produttori di cacao biologico del Paese. Offriamo un prodotto che ha un mercato internazionale e, soprattutto, i contadini vivono meglio, usano le tecnologie agricole più avanzate e hanno accesso al microcredito, uno strumento fondamentale per poter convertire le coltivazioni.

Siamo riusciti anche a istituire premi per la qualità del loro cacao e borse di studio per i figli”.

Acopagro esporta soprattutto in Svizzera, Belgio e Italia.

Qui ha incontrato Icam (storica azienda cioccolatiera di Lecco, con 350 dipendenti e un fatturato di 125 milioni di euro) e Otto Chocolates, giovane impresa genovese specializzata nella produzione di cioccolato certificato biologico e Fairtrade.

“Oggi il rendimento economico della coltivazione di cacao compete con quello che viene dalla coltivazione della coca – ha spiegato il presidente di Icam, Angelo Agostoni -. Questo è il punto di svolta di tutto. Non c’è più una ragione economica per tornare alla coca. La filiera va oltre i confini del Perù e prosegue in aziende come la nostra, fino ai consumatori”.

Icam importa dal Perù 5mila tonnellate di cacao all’anno, di cui 3.500 sono di cacao proveniente da commercio equo solidale.

“Collaboriamo con Acopagro da sei anni, abbiamo condiviso il nostro know how, lo abbiamo guidati verso la crescita qualitativa del prodotto. L’acquisto da parte di Icam del cacao prodotto è diventato un elemento basilare per consentire il consolidamento e la crescita delle cooperativa stessa”.

(di Ilaria Liberatore) (ANSA) – MILANO, 21 LUG

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