A Natale regala relazioni umane

A Natale regala relazioni umane

per tirar fuori l’essere umano con la sua tenerezza.

abbracci-gratisQuesto brano di Adriano Sella, missionario del creato e dei nuovi stili di vita, è stato scritto per stimolarci a riscattare il potenziale che abbiamo: le relazioni umane come il più grande regalo natalizio.
Potreste inserirlo nei vostri pacchi regalo, in modo da aiutare a riflettere e a capire la bellezza delle relazioni umane.

A Natale regala relazioni umane (Leggi il brano e scarica il PDF)

https://contemplazionemissione.org/

I finanziamenti all’industria del carbone minano l’efficacia degli accordi sul clima

schermata-2016-11-15-alle-11-35-58Gli accordi sul clima di Parigi sono messi a rischio dai mancati sforzi delle più grandi banche commerciali di ridurre i loro finanziamenti alle imprese che si occupano di combustibili fossili e, in particolare, carbone. Questa la denuncia di un report pubblicato nei giorni scorsi da una coalizione di organizzazioni tra cui figurano BankTrack, Friends of the Earth France, Market Forces, Rainforest Action Network.

A un anno dal vertice sul clima di Parigi, il report “Still Coughing up for Coal: Big Banks after the Paris Agreement” identifica le allarmanti lacune di 22 tra le più grandi banche australiane, europee e statunitensi. A causa della scarsa copertura della polizza che le banche stanno applicando ai loro portafogli di petrolio e gas, in cui il finanziamento è in piena espansione, il rapporto si concentra esclusivamente sulle restrizioni dei finanziamenti al carbone che vengono lentamente introdotti presso le banche.

Sulla base delle conclusioni del rapporto, gli autori invitano le banche a fermare tutti i finanziamenti che espanderebbero l’industria del carbone e a dismettere gli asset delle società che operano nel campo del carbone entro il 2020, al fine di garantire un abbandono controllato delle infrastrutture del carbone esistenti.

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Anche le banche che hanno fatto maggiori passi avanti, come Crédit Agricole e Société Générale, continuano a essere coinvolte in progetti di energetici che coinvolgono il carbone altamente controversi, come Cirebon 2 e TJB2 in Indonesia. Le due banche francesi di recente si sono impegnate a concludere i finanziamenti di tutti i nuovi impianti a carbone nel mondo, ma non hanno ancora pensato di sottrarsi al finanziamento per questi due progetti, nonostante rischino di subire contraccolpi dal punto di vista reputazionale.

Molte delle principali banche hanno chiaramente riposato sugli allori fino alla COP21 dello scorso anno. Tuttavia, con l’accordo di Parigi attualmente in vigore, le banche devono svegliarsi e interrompere immediatamente il finanziamento dell’espansione dell’industria del carbone. La graduale eliminazione del carbone deve essere la priorità assoluta per qualsiasi banca sedicente “campione del clima”, così come devono affrontare il loro supporto multimiliardario e senza restrizioni a gas e petrolio.

Scarica il report (.pdf 960 kb)

Fonte: www.nonconimieisoldi.org

BankTrack, gli affari rischiosi in cui sono coinvolte le banche

BankTrack, l’organizzazione internazionale che monitora le banche e le attività da esse finanziate, ha lanciato il suo nuovo sito. Tra le principali novità, la mappa dei dodgy deal, gli affari rischiosi in cui sono coinvolte le banche, filtrabili per tipo di progetto, azienda, banca e settore di attività.

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Il cuore del sito rimane il database di oltre 170 dodgy deal e 150 banche collegati tra loro, ora più facilmente esplorabili e fruibili.

Un sito da tenere d’occhio!

fonte: www.nonconimieisoldi.org – 8 novembre 2016 

I crimini delle multinazionali e le alternative virtuose

Una recente inchiesta denuncia lo sfruttamento dei rifugiati siriani negli stabilimenti tessili turchi di grandi multinazionali. Eppure sono numerosi in Italia e nel mondo gli esempi di valorizzazione del lavoro e della dignità dei migranti che dimostrano che solidarietà e accoglienza sono obiettivi possibili da raggiungere.

Sono sfuggiti agli orrori della guerra e si sono ritrovati vittime di sfruttamento da parte di alcuni grandi marchi occidentali. È questo il destino toccato in sorte ad alcuni minori siriani che si sono rifugiati in Turchia. La denuncia viene da Panorama, una nota trasmissione d’inchiesta della BBC in Gran Bretagna, che ha condotto un’indagine approfondita su firme famose quali Mango, Zara, Asos e Mark & Spencer.

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L’inchiesta racconta di come questi giovani siriani che vivevano in strada mendicando, venissero adescati da un intermediario e impiegati negli stabilimenti tessili turchi per creare i capi da abbigliamento da rivendere in Gran Bretagna.

I bambini, reclutati per pochi spicci, sono stati costretti a lavorare in condizioni estreme, maneggiando spesso prodotti chimici nocivi, provati da turni massacranti e ambienti insalubri. Il tutto per una paga oraria di una sterlina l’ora. I marchi coinvolti dall’inchiesta si sono affrettati a dichiararsi inconsapevoli delle vicende denunciate, promettendo controlli più severi e regolarizzazioni del settore.

Ma le organizzazioni umanitarie internazionali denunciano da tempo questo tipo di sfruttamento nel mondo tessile. La manodopera a basso costo nei paesi poveri è ormai una realtà consolidata della filiera dei vestiti che arrivano nella maggior parte dei negozi in cui siamo abituati a fare shopping. E non si parla solo dei marchi cosiddetti “low cost” (come Zara, H&M o Mango) ma anche Ralph Lauren, Hugo Boss e Giorgio Armani che hanno spostato la produzione in paesi come il Bangladesh, dove il salario minimo di un operaio è il più basso al mondo dopo la Cina. A dimostrazione di come lo sfruttamento della disperazione e la violazione dei diritti umani siano ormai componenti diffuse del libero mercato.

Ma sistemi collaudati di valorizzazione del lavoro e della dignità dei migranti piuttosto che di sfruttamento ne abbiamo visti di frequente, dimostrando che solidarietà e accoglienza sono obiettivi possibili da raggiungere. Proprio in Turchia, tappa della rotta balcanica, sono attivi i progetti di accoglienza dell’Associazione “Speranza – Hope for children” che, insieme ad altre realtà italiane e internazionali, operano per il sostegno di famiglie in cui i genitori sono rimasti invalidi a causa della guerra.

E, andando oltre l’emergenza, ci sono posti in Italia in cui la migrazione non è più percepita come un fenomeno problematico ma fa parte della vita quotidiana di tutti. Vi abbiamo già raccontato di come a Riace sia stata realizzata l’ “utopia della normalità”, facendo diventare l’accoglienza dei migranti una risorsa importante per la rinascita e lo sviluppo dell’intera comunità.

22-11-2016 – Fonte: Italia che Cambia – http://www.italiachecambia.org/2016/11/crimini-multinazionali-alternative-virtuose/

Missione oggi e Nuovi Stili di Vita secondo Evangelii Gaudium e Laudato si’

hands-around-globeCari amici e care amiche,
vi condivido questo articolo che mi ha chiesto il mondo missionario per motivare l’importanza dei nuovi stili di vita come una grande missione per l’oggi, alla luce dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium e dall’enciclica Laudato si.

Buona lettura.

Leggi e scarica l’articolo Missione oggi con i nuovi stili di vita

Adriano Sella

(missionario del creato e dei nuovi stili di vita)

http://www.contemplazionemissione.org/

Documentario sui cambiamenti climatici: Before The Flood – Punto di non ritorno

Before The Flood – Punto di non ritorno, è il documentario con Leonardo DiCaprio sui cambiamenti climatici e sul riscaldamento globale che è disponibile gratis online su National Geographic Channels e Youtube sia in inglese che in italiano.

image1-667x506Il documentario è diretto da Fisher Stevens e al progetto ha partecipato anche Martin Scorsese come produttore esecutivo.

Il documentario è nato per raccontare l’impatto devastante dei cambiamenti climatici sul nostro Pianeta. Before The Flood vuole essere un appello a tutto il mondo per la salvaguardia della Terra. Ha una durata di 90 minuti ed è il frutto di uno studio di tre anni sul tema dei cambiamenti climatici. National Geographic per consentirne la visione a tutti ha deciso di pubblicarlo anche online in modalità completamente gratuita.

Per vedere tutto il documentario sul sito di National Geographic Channels (collegamenti aggiornati).

Guida al consumo responsabile di pesce

foto_1Qui trovi una lista aggiornata delle guide al pesce sostenibile proposte da diverse organizzazioni, nel quadro di campagne internazionali, regionali, nazionali o tematiche. Queste guide, più o meno dettagliate, vogliono rendere i consumatori più consapevoli riguardo la situazione delle risorse ittiche.
Non sono comunque prive di contraddizioni o difficoltà di utilizzo. Il punto è che l’argomento è molto complicato: esprimere valutazioni sugli stock di pesce in perpetuo movimento in uno spazio immenso non è cosa semplice. Per di più, il settore ittico (pesca, vendita, trasformazione) è fortemente globalizzato, il che rende la tracciabilità del pesce una questione assai delicata. La complessità dei circuiti commerciali, poi, favorisce le frodi e le manipolazioni.

Questa lista è un aggiornamento e integrazione di quella presente nel sito di Slow Food

LA PESCA SOSTENIBILE

Sostenibile è la pesca che preleva dal mare solo ciò che serve, senza sprechi e utilizzando attrezzi artigianali e che hanno un basso impatto sull’ambiente e la fauna marina. È quella pesca che considera il mare e le sue risorse un bene comune, da tutelare anche per le generazioni future.

Tantissimi pescatori operano in questo modo, sono piccole imprese familiari che pescano nel rispetto delle regole e contribuiscono allo sviluppo delle comunità costiere che dipendono dalla salute del mare.

Ma questi pescatori artigianali vengono schiacciati dal potere della pesca industriale, che domina il mercato del pesce e impoverisce pescando in modo eccessivo e spesso distruttivo.

Solo sostenendo la pesca artigianale e sostenibile possiamo invertire la rotta e aiutare il mare!

Nel Mar Mediterraneo, circa il 90% degli stock ittici è pescato eccessivamente e i mercati sono invasi da pesci catturati con metodi di pesca distruttivi e non sostenibili.  Dobbiamo imparare a consumare meno e meglio!(GreenPeace)

GUIDE AL PESCE SOSTENIBILE


Scegli il pesce giusto – GreenPeace

Ogni volta che facciamo la spesa, con le nostre scelte, possiamo creare un mercato del pesce responsabile, che premia chi pesca nel modo più sostenibile e chi fornisce corrette informazioni ai consumatori. Come? Scegliendo i prodotti giusti!


Guida ai consumi ittici – GreenPeace     (Scarica qui il PDF)

Il principio alla base della guida è “Evitare il peggio, sostenere il meglio e cambiare il resto”.


Tonno in trappola – GreenPeace

Il tonno in scatola è la conserva ittica più venduta sul mercato mondiale, con un volume d’affari che si aggira intorno ai 19,3 miliardi di euro l’anno, ma ben pochi consumatori sanno cosa davvero si nasconde nelle scatolette.

Scopri cosa fanno le aziende italiane, visita il sito Tonno in Trappola e leggi la Classifica rompiscatole.


Guida mangiamoli giusti – Slow Food

La lisca della spesa – Slow Food

Durante l’edizione di Slow Fish 2009, Slow Food ha presentato la guida pratica Mangiamoli Giusti per il consumatore del Mediterraneo che si vuole avvicinare alla tematica del consumo di pesce sostenibile, e una versione ludica e didattica chiamata Lisca della spesa per i bambini. Una guida pratica per scegliere in modo consapevole e sostenibile il pesce da mettere in tavola.


Che Pesci Pigliare – WWF

Guida Tascabile

Questa guida si propone come uno strumento pratico ed intuitivo per il consumatore che vuole acquistare prodotti della pesca secondo i principi della sostenibilità ambientale.

Poster

Commissione Europea e WWF Italia presentano la guida per consumatori CHE PESCI PIGLIARE su come scegliere i pesci di mare sostenibili, guida presentata in occasione del Salone del Gusto Slow Food Terra Madre in corso a Torino, parte del progetto “Inseparabili” della Commissione Europea. La guida, sotto forma di poster, fa parte di un pacchetto di materiali che va ad arricchire gli strumenti disponibili per i consumatori per educarli al rispetto delle taglie dei pesci, in base al regolamento europeo in vigore da tempo, per facilitare ulteriormente i consumatori quando fanno gli acquisti. Non tutti sanno infatti che sotto una certa taglia i pesci non possono essere commercializzati, nonostante le regole siano in vigore da tempo; ad esempio la taglia minima per la cernia è almeno 45 centimetri, per le triglie 11 cm, per la spigola 25 e per l’orata di 20 centimetri.


Mr.Goodfish (World Ocean Network), in 5 lingue.

La campagna “Mr.Goodfish”, promossa dal World Ocean Network, ha come obbiettivo la sensibilizzazione del pubblico e degli addetti al settore della pesca sul tema del consumo responsabile delle risorse marine.

Nel breve periodo, l’obiettivo consiste nella progettazione e realizzazione di adeguati strumenti di comunicazione ed educazione in grado di responsabilizzare i consumatori nei loro acquisti, così da ridurre la pressione antropica derivante della pesca non sostenibile e dalla domanda riguardante le specie maggiormente sfruttate.

Nel medio periodo, l’obiettivo è quello di provare e validare tali strumenti nella fase pilota della campagna presso tre partner: Acquario di Genova (Italia), Aquarium de Finisterrae (Spagna) e Nausicaa, Centre National de la Mer (Francia).


Consumare Giusto

Scarica la Guida in PDF

L’Associazione no profit Consumare Giusto si è costituita all’inizio del 2015, ma l’idea nasce nel 2007.
La mission è diffondere i temi della sostenibilità e del consumo consapevole, al fine di migliorare le condizioni delle risorse rinnovabili e degli ambienti naturali, con particolare riguardo verso quelli marini.


 

La Terra soffoca. Record di CO2 nell’atmosfera

“Siamo in una nuova era del clima.” Un’affermazione che tuttavia ha ben poco di positivo. Secondo l’Onu la terra ha raggiunto il record di anidride carbonica nell’atmosfera. Stando alla diffusione del bollettino annuale dell’Organizzazione meteorologica mondiale il nostro pianeta sta soffocando a causa del surriscaldamento globale e di fenomeni come El Nino.

24/10/2016 euronews.com